Ma l’olio di palma fa MALE si o no?

Nell’ultimo periodo si sente parlare sempre di più dell’olio di palma. Sono tante le aziende che stanno pubblicizzando i proprio prodotti, evidenziando:

NON CONTIENE OLIO DI PALMA

Mentre altre, e mi riferisco ad una in particolare, sta evidenziando:

CONTIENE OLIO DI PALMA

 Adesso la domanda sorge spontanea: Ma questo olio di palma fa male si o no?

Ecco il giudizio dell’Istituto Superiore di Sanità su richiesta del Ministero della Salute.
L’olio di palma è un ingrediente largamente impiegato nell’industria alimentare e rappresenta una rilevante fonte di acidi grassi saturi. Esso è infatti composto per il 50% da acidi grassi. La letteratura scientifica non riporta l’esistenza di componenti specifiche dell’olio di palma capaci di determinare effetti negativi sulla salute, ma riconduce questi ultimi al suo elevato contenuto di acidi grassi saturi rispetto ad altri grassi alimentari. Evidenze epidemiologiche attribuiscono infatti all’eccesso di acidi grassi saturi nella dieta effetti negativi sulla salute e, in particolare, un aumento del rischio di patologie cardio-vascolari. Complessivamente emerge che il consumo totale di acidi grassi saturi nella popolazione adulta italiana è di poco superiore (11,2%) all’obiettivo suggerito per la prevenzione (inferiore al 10 % delle calorie totali giornaliere). Il consumo complessivo di grassi saturi nei bambini tra i 3 e i 10 anni risulta superiore all’obiettivo fisso del 10%”.

L’Istituto Superiore di Sanità conclude che non ci sono evidenze dirette nella letteratura scientifica che l’olio di palma, come fonte di acidi grassi saturi, abbia un effetto diverso sul rischio cardiovascolare rispetto agli altri grassi con simile composizione percentuale di grassi saturi e mono/poliinsaturi, quali, ad esempio, il burro. In via generale fa male solo se ingerito in grosse quantità, come d’altronde la maggior parte dei prodotti.

Indubbiamente, è importante anche la qualità della materia prima, infatti, secondo il terzo produttore dolciario al mondo: «Il nostro olio di palma è sicuro, proviene da frutti spremuti freschi, da fonti sostenibili ed è perfetto per esaltare il gusto dei nostri prodotti e renderli così cremosi». Continua, spiegando l’amministratore: «Non cambiamo un ingrediente di qualità, certificato e garantito soltanto perché non è più di moda. Il consumatore è disorientato, ma vogliamo rassicurarlo con i dati suffragati dalla scienza».

Come si è arrivati a questa guerra del olio di palma?

Quello che ha fatto scattare l’allarme dall’Efsa (l’ente sulla sicurezza alimentare), sono stati alcuni trattamenti di raffinamento usati per rendere l’olio di palma più neutro.

Ma la Ferrero (è questo il terzo gruppo mondiale) garantisce: «Lo lavoriamo in casa nostra, ad Alba, come le nocciole e il cacao, e lo facciamo a basse temperature, in modo da non creare sostanze nocive».

Per concludere, l’olio di palma è un grasso stabile, ricco di vitamina A e di antiossidanti, che l’industria alimentare ha incominciato a usare dopo che si è scoperto che i grassi idrogenati sono pericolosi per la salute (ricordate la margarina?). Ha le stesse componenti del burro vaccino, ma non irrancidisce ed è vegetale. Si estrae dalle drupe della palma, delle grosse olive.

Queste piante sono state esposte con orgoglio all’Expo di Milano dai Paesi produttori: Indonesia e Malesia.

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